#tolktolk. Linkedin, le potenzialità nascoste, intervista a Danzi e Giulivi

L'intervista cerca di chiarire ciò che di linkedin appare per i più come un labirinto tra ipertesti, link, messaggi e pubblicità. 

I due recruiter  raccontano cosa si guarda maggiormente in un profilo e non solo.

Grande successo di pubblico per il TOLK dedicato a Linkedin, le potenzialità nascoste. Argomento che ha suscitato molta curiosità per tutte le implicazioni che ha sia per il professionista che per l'azienda che decide di utilizzare questa piattaforma. Ho cercato di condensare la serata nell'intervista di seguito  a Osvaldo Danzi e Luca Giulivi, i due ospiti della serata. 

La diretta streaming, la diretta dei post su facebook e twitter ci ha permesso di allargare la nostra platea. Il tutto è stato seguito egregiamente dalla nostra radio speaker Irene Spadaro. Per chi volesse ascoltare la registrazione della serata basta andare in calce a questa pagina e cliccare nel box spreaker.

Intervista a Osvaldo Danzi e Luca Giulivi 

D. Linkedin è davvero un’opportunità?

Luca. Le opportunità sono di chi riesce a vederle e a coglierle. Linkedin non esula da questa affermazione. Sicuramente, nel suo essere un mezzo, agevola, velocizza e rende fruibili più “eventualità”, che sono l’anticamera delle opportunità. Osvaldo. Poi c’è l’altra faccia della medaglia: Di certo Linkedin è un’opportunità anche per chi legge. Individuare pessimi comunicatori, persone arrabbiate con tutto e con tutti, mistificatori e spammers, permette a eventuali datori di lavoro o possibili partners, di stare “lontani dai rischi”.

D. Quali sono le potenzialità nascoste?

Luca. Se funzionasse come dovrebbe, ossia se le persone che lo compongono ne comprendessero le potenzialità, queste non sarebbero poi tanto nascoste. Il limite probabilmente è proprio quello che, rispetto a paesi anglosassoni, l’Italia sembra essere caratterizzata da diffidenza e pessimismo in maniera aprioristica. Sicuramente le colpe non possono essere attribuite solo ad aspetti culturali, anche i vari player probabilmente ci mettono del proprio per far sì che lo strumento venga percepito come poco efficace. Osvaldo. Aggiungerei che a uno strumento professionale non ci si può avvicinare con superficialità. Queste piattaforme sono molto intuitive per quanto riguarda le funzioni più evidenti, molto meno per quanto riguarda le strategie di comunicazione e di personal branding. Questo è molto rischioso perché l’utilizzatore medio è basico e non si rende conto che sta parlando a una piazza. L’errore più grave è trattare Linkedin come Facebook.

D. Quali sono le 5 cose che l’azienda guarda prima di tutto in un profilo professionale?

Luca. Probabilmente lo schema è simile all’analisi di un cv. Quindi sono importanti tutti i dati relativi all’attuale posizione, azienda, settore, mercato. Il percorso professionale, la formazione. La foto probabilmente acquisisce maggiore importanza, ed è probabilmente parte integrante della valutazione. Osvaldo. Condivido l’attenzione alla foto, ad un job title chiaro e universale per le aziende “basiche”. Le aziende che invece hanno la fortuna di avere uno “specialista di selezione 2.0” si concentreranno anche sulla comunicazione del candidato all’interno dei Gruppi e come dialoga con gli altri utenti.

D. Quali sono le 5 cose che il professionista non deve scrivere sul suo profilo linkedin?

Luca. Dipende dallo scopo per cui si è su Linkedin. Sicuramente inserire informazioni inutili ai propri fini è la prima cosa da non fare. Altrettanto importanti sono aspetti legati alla chiarezza, all’utilizzo di un linguaggio proprio ma condivisibile, la sincerità. Ogni eccesso, se non veicolato da gusto e stile, può risultare deleterio. La pagina personale è più che un cv online, deve dare un’idea di noi, e ogni sua componente può risultare preziosa in tal senso. Bisogna averne cura perché sarebbe un peccato farle fare la fine di moltissimi cv: così disordinati, discordanti, dimenticati.  Osvaldo. Trovo irritante vedere a fianco al nome del candidato, informazioni del tipo “in cerca di lavoro”, “il numero di telefono e la mail”, o peggio ancora gli inutili MBA conseguiti. Tutte dimostrazioni di ansia da prestazione che “svendono” irrimediabilmente il candidato. Per quelle informazioni ci sono spazi appositi. Per farsi contattare c’è un iter ben definito.

D. In un’ottica di marketing come linkedin può contribuire a valorizzare la mia presenza sul web?

Luca. Sicuramente andando a compensare aspetti presenti in rete attraverso altri social network, più legati alla sfera personale. Battute a parte, sarebbe importante avere chiara la strategia di personal branding, che dovrebbe permettere di esprimere il valore, e coinvolgere a quel punto strumenti (anche altri social) funzionali al target specifico che ci siamo posti. Una cura attenta e consapevole è il prerequisito minimo per la riuscita.

D. Vale la pena pagare per trovare lavoro, mi riferisco a CARRIERA Experteer o simili?

Luca. Un percorso professionale dovrebbe essere caratterizzato da risultati e crescita che conferiscono alla persona un valore aggiunto di cui è diventa portatore. Una della conseguenze di questi fattori dovrebbe essere trovare lavoro. Osvaldo. No. Sono le aziende che devono pagare per trovarci.

D. Come un’azienda può fare business su linkedin?

Luca. Linkedin in questo si presenta come uno strumento poliedrico, in quanto può essere visto sia come B2C, che B2B. La pagina aziendale, può risultare un ottimo strumento diretto, immediato e fruibile. Allo stesso modo, l’utilizzo del social media come serbatoio di talenti da attrarre può avere valenza strategica e di prospettiva. Osvaldo. Le aziende sono ancora molto inesperte sull’uso dei social network professionali. Da quelle che blindano completamente i social “per questioni di sicurezza” a quelle che utilizzano il profilo dell’addetto alla selezione per fare ricerche aziendali. In particolar modo quest’ultima pratica è dannosa, poichè una volta che la persona si sarà spostata in altra azienda porterà con se tutto il know how raccolto. Linkedin permette oggi con una spesa certamente importante, ma molto più efficace di tante banche dati e gestionali titolati, di avere una pagina di rappresentanza fatta molto bene con la quale si possono veicolare offerte di lavoro, fare employer branding, impostarla come un blog aziendale e fare ricerche complesse. Fra l’altro su un data base che si aggiorna senza manutenzione.

D.Come e se un professionista può fare business su linkedin?

Luca. Individuare quale utilizzo del social network possa essere funzionale al proprio business. Facendo attenzione affinché la presenza in rete non diventi una lama a doppio taglio: intraprendere azioni sbagliate, con poco appeal, o addirittura di disturbo, può essere deleterio. A quel punto meglio non esserci. Osvaldo. Linkedin è una piazza fragorosa per il proprio business. Chi la usa per spammare convegni, inviti e autopromozioni è meglio che si abboni al giornalino di annunci gratuiti. Linkedin è fantastico se vuoi far conoscere il tuo pensiero, condividere argomenti, crearti un “personaggio”. Promuoversi attraverso le conversazioni e condividere attraverso il proprio profilo documenti, tesi e argomenti professionali è il modo più dirompente per fare business su linkedin.

 Dora Carapellese

 

TOLK TOLK, conversazioni tra professionisti nasce dall’esigenza di fare chiarezza nel mondo del web, una macchina ad alta velocità che cammina su una strada senza limiti. L’idea è portare a Bologna degli esperti manager internettiani che condividono con altri professionisti il loro sapere. La scelta di un cafè come location rispecchia l’informalità del web e vuole essere anche un luogo di incontro reale per fare networking alla vecchia maniera.

Partner dell’evento è Fior di Risorse, il gruppo nasce sulla piattaforma linkedin nel marzo 2008 con l’intento di aggregare i “decision maker” delle realtà aziendali del Centro Italia, allo scopo di promuovere relazioni ed opportunità professionali.

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Tutto sul precedente TOLK TOLK con Daniele Chieffi

 

RASSEGNA STAMPA

 Il RESTO DEL CARLINO 20 Novembre 2013

 CORRIERE DI BOLOGNA 20 novembre 2013

AGENZIA STAMPA NAZIONALE QUOTIDIANA 20 novembre 2013

WHERE EVENT 15 novembre 2013

FLASH GIOVANI 13 novembre 2013

GDO NOTIZIE 13 novembre 2013

CULTURA BLOGSFERE 12 novembre 2013

BLOG STREET 12 novembre 2013

ANIGATOR 12 novembre 2013

LIQUIDA 12 novembre 2013

BOBOBO 12 novembre 2013

 

 

 

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Chi sono

Sono Dora Carapellese, mi occupo di comunicazione, gestisco i rapporti con i media, sono una giornalista e svolgo attività di formazione sui temi legati alla comunicazione.