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In cucina per stuzzicare la passione

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Il cibo come gesto d’amore: cucinare per la persona amata può essere un segno d’affetto, un modo di prendersi cura, ma anche per stuzzicare la passione.

Dall’attenzione per la scelta degli alimenti, alla preparazione dei cibi stessi; dall’invito in un luogo così “intimo” come la cucina di casa, alla scelta posta verso l’apparecchiatura non casuale, fino alla condivisione e allo scambio di cibo.

Così come cucinare insieme può essere un’ideale modalità per creare complicità, preparare e manipolare i cibi, scambiarsi assaggi. Essere complici nella scelta dei piatti può essere stimolante per l’amore, ma anche per la libido. Intervista della sottoscritta ad Anna Manderioli, Psicologa e Psicoterapeuta che ci ha raccontato il suo pensiero. (nella foto da dx Dora Carapellese e Anna Manderioli)

 Il cibo può essere definito un atto d’amore?

Manderioli.Certamente si.  Come psicologa, mi riferisco a Freud (1938): “il primo oggetto erotico del bambino è il seno della madre che lo nutre, l’amore nasce in appoggio al bisogno soddisfatto di nutrimento”. Quindi, la prima esperienza che noi abbiamo di relazione,  è in quella che si chiama “relazione oggettuale primaria”, dove il tramite è proprio il cibo. La psicoanalista Melany Klein, parlava di “seno buono e “seno cattivo”; quando la mamma è lontana il bambino prova la frustrazione del “nutrimento mancante”, inteso come amore, contatto che passa tramite il latte, e quindi il seno diventa “cattivo”. Quando la madre è presente, accudente e pronta col suo seno, il seno è buono in quanto il bambino sente amore, godimento e fusione in questo sublime e primordiale atto d’amore. Dal seno/nutrimento passano e si trasmettono gli umori, l’accessibilità, la presenza, la cura, gli affetti e stati affettivi. Ora, sostenuti dalle attuali ricerche neurobiologiche, si può verificare come gli stati d’umore si trasmettono nella relazione primaria, e come il momento del nutrimento sia importantissimo per creare quel primo vitale contatto con l’altro.

Quindi il cibo come amore e nutrimento fin dal primo attimo di vita, e anche prima se ci pensiamo: dentro all’utero della mamma dove si sta comodamente perché qualcun altro respira e si nutre per noi, trasmettendoci il tutto in un atto d’amore.

Se poi vogliamo andare a quando tutto ha inizio non possiamo non pensare ad Adamo e Eva che mangiano insieme la mela nel giardino dell’Eden; da quel momento cibo, amore e sesso sono indissolubilmente legati

Esistono davvero gli ingredienti afrodisiaci?

Manderioli Be’, intanto mi preme sottolineare che non sono una nutrizionista, né specializzata in ambito alimentare. Detto questo è noto che alcuni alimenti hanno effetti specifici sul nostro corpo. Amore, cibo e sesso sono legati nel nostro inconscio, ma anche dalla chimica del corpo a tal punto da essere, a volte, l'uno il sostituto dell'altro: pensiamo alla “mancanza” di qualcuno. Spesso ci confortiamo con il cibo (riempiamo quindi un vuoto), oppure lo rifiutiamo (“senza” l’altra persona anche il nutrimento/cura di se stessi viene a mancare).

Allo stesso modo quando si soffre per amore si può avere voglia di cioccolato: questo perché contiene una sostanza (feniletilamina) che il cervello naturalmente produce quando ci si innamora. Infatti, le sensazioni di sesso e cibo provengono dalla stessa parte del cervello, dagli stessi circuiti neuroendocrini, dagli stessi ormoni.

Il peperoncino, per esempio, è considerato l'alimento afrodisiaco per eccellenza, perché agisce sulla vasodilatazione periferica e permette di aumentare l'afflusso di sangue agli organi genitali. Carboidrati come pane, riso e patate contengono il triptofano, amminoacido essenziale che favorisce il rilascio della serotonina, la cosiddetta molecola del benessere che accresce il desiderio. Ci sono poi altri alimenti come erbe che contengono sostanze che migliorano la circolazione sanguigna, come melissa, prezzemolo e basilico; anche aglio e cipolla, che hanno un odore simile alle secrezioni femminili durante l'atto sessuale.

E ancora: spezie come lo zenzero e lo zafferano, con sostanze simili agi ormoni che aumenterebbero il desiderio. In generale, è la dieta mediterranea a garantire una buona salute sessuale, grazie a frutta, verdura, pesce, olio d'oliva e pasta, non per niente i latini “lo fanno meglio….)

Lo zenzero, in Cina viene considerato un vero e proprio viagra naturale. Anche le mandorle contengono vitamina E, che agisce direttamente sul desiderio sessuale. Secondo la medicina naturale, le mandorle sono in grado di stimolare la fertilità e di incrementare la passione, soprattutto nelle donne.  

Come la cucina può sciogliere le tensioni in una coppia?

Manderioli. Credo si debba fare una precisazione: non stiamo certo parlando di coppie che sono arrivate al limite estremo, vicine comunque alla rottura: in questo caso la cucina così come altra attività in comune potrebbe essere controproducente. In una coppia dove la stanchezza si fa sentire, dove la frenesia del quotidiano non lascia più posto all’intimità e la coppia diventa un “luogo” dove scaricarsi, invece che ri-generarsi, allora si può ad esempio pensare di fare qualcosa insieme. Ad esempio un bel corso di cucina con un cuoco/insegnante che fa da garante o guida rispetto alla litigiosità. Oppure si può utilizzare la cucina come “luogo di terapia”, dove la coppia, di comune accordo, e con impegno, provano a ricostruire la loro intimità.

Cucinare è un’esperienza completa, che permette di confrontarsi, di conoscersi meglio, perché bisogna lasciarsi trasportare da tutto ciò che si svolge in cucina per liberarsi dalle ansie, dalle paure. Grazie alla preparazione si possono abbassare le barriere ed esplorare meglio chi ci sta accanto. Intanto decidere la giornata, il momento. Poi gli ingredienti: grande impegno per ascoltarsi l’uno con l’altro e mediare una cena che piaccia ad entrambi.

Andare quindi al supermercato insieme che non va vissuto semplicemente come un momento in cui si acquistano gli alimenti, ma come “preliminare” che fa da preambolo alla preparazione casalinga. Si scelgono le cose da comprare, che poi andranno cucinate insieme, si “gioca” tra i corridoi del supermercato e si rientra a casa con un’energia positiva e tanto buon umore.

Tornati a casa si cucina insieme. Ognuno con un compito diverso, ma con il passare del tempo e sempre più di frequente ci si incrocia, si scherza con il cibo, ci si accarezza e si comincia ad istaurare un contatto fisico.

Molto importante è anche assaggiare il cibo mentre si cucina e sporcarsi con esso, un modo per stimolare i sensi e creare un’atmosfera stuzzicante, incrementata da qualche sorso di vino, un modo innovativo di degustarlo durante la preparazione. In questo nuovo approccio, l’atto del cucinare non viene vissuto con stress e come un qualcosa da fare velocemente, per arrivare subito a sedersi a tavola, ma le viene riconosciuto il tempo e l’importanza seduttiva che merita.

L’abbigliamento deve essere comodo ma ricercato; inoltre non rimandare mai a dopo le pulizie, tutto va mantenuto in ordine al fine di non rovinare mai l’atmosfera. Usare luci soft, magari candele, e della musica di sottofondo, in base ai gusti personali.

Cinque cose su cui puntare e da fare in cucina in caso di emergenza.

Manderioli. Credo che preparare una serata, con luci soffuse, attendendo il compagno/a, facendo attenzione alla preparazione, all’abbigliamento, ma soprattutto con il desiderio di fare pace, e di ri-contattare l’altro con dei cibi che tengano cono di gusti simili e/o diversi, con un attenzione all’ascolto sia fondamentale per riportare la serenità, almeno come punto di partenza!

di Dora Carapellese

Chi è Anna Manderioli

Psicologa con Master in risorse Umane, e Psicoterapeuta Biosistemica, specializzata in Disturbi del comportamento alimentare presso Tavistock University of London, e in EMDR, stimolazione oculare bilaterale per la desensibilizzazione degli eventi traumatici. Lavora come libera professionista a Cento (Fe) e Bologna. Ha al suo attivo esperienze di formazione in ambito di comunicazione e relazione.

Oltre all’ attività clinica da anni si interessa di tutto ciò che ha a che fare con il benessere psicofisico della persona, e delle modalità e strumenti che avvicinano le persone alla possibilità di scoprire le loro risorse e la loro ricchezza interiore; conduce infatti gruppi di kundalini yoga,di cui è insegnante certificata IKita Italia, e gruppi di benessere. 

Ultima modifica il Giovedì, 10 Settembre 2015 00:40
Dora Carapellese

"Mi occupo di uffici stampa e lo faccio per aiutare le aziende a catturare l’attenzione dei giornalisti"

La comunicazione e la scrittura sono il naturale complemento della mia attività. Giornalista pubblicista, Digital PR, scrivo come freelance e gestisco i rapporti con i media a Bologna e su tutto il territorio nazionale.

"Adoro il tango argentino, la natura, lo yoga e la fotografia".

www.doracarapellese.it

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Chi sono

Sono Dora Carapellese, mi occupo di comunicazione, gestisco i rapporti con i media, sono una giornalista e svolgo attività di formazione sui temi legati alla comunicazione.

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