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Conversazioni tra professionisti

Tolktolk. L'opportunità del fallimento

Francesca Corrado, presidente della Scuola di Fallimento, a Tolktolk ci racconterà cosa significa trasformare un fallimento in un'opportunità. Presentazione del suo libro Il fallimento è rivoluzione

Nella vita in generale pensiamo sempre che il fallimento sia un aspetto che non debba mai succedere nella vita di ognuno di noi, perchè siamo stati educati a pensare che se fallisci in qualcosa inevitabilmente si è un fallito come persona.  Poi abbiamo cominciato a sentir parlare di come l'errore possa diventare un'opportunità: di miglioramento personale, di occasioni professionali nuove,  di consapevolezza per non ripetere gli stessi errori, e così via. Una storia molto americana che in Italia ci piace raccontare. Mi chiedo quante aziende italiane sono disposte ad assistere al fallimento di un proprio dipendente, quello che si ripercuote sulla produttività dell'azienda?

Francesca Corrado racconta nella prima edizione del suo libro Elogio del fallimento, (oggi alla sua seconda ristampa), la parola «errore» richiama il concetto di vagare, di deviare da un percorso, di incespicare e cadere in fallo. L’errore è l’abbandono della retta via, una violazione di una norma non conforme alla morale. È un atto di allontanamento che provoca una sanzione sociale. E io aggiungo una sanzione a cui non puoi sottrarti che butta più sale sulla ferita, creando un circolo vizioso che ti allontana da te stesso e dagli altri... Vabbè basta  divagare :-)  di seguito l'intervista a  Francesca per capire la sua personale esperienza e di quella delle aziende che si rivolgono alla Scuola di Fallimento. In calce il video integrale della serata.

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Che cosa è l’errore secondo te?

Errore deriva dal latino errare. Indica quindi una deviazione rispetto ad una aspettativa o un obiettivo. Il problema è che nella maggior parte dei casi consideriamo questo errare uno sbaglio mentre magari era una possibilità che non avevamo contemplato. Può nascere spesso nelle situazioni in cui vogliamo dare il nostro meglio o quando decidiamo di percorrere strade a noi ignote o non ancora percorse da altri.

Contraddizione è fare una scelta andando contro il buonsenso. Un errore! Istintivamente, alla contraddizione preferiamo la coerenza e rispetto al caos prediligiamo l’ordine. Sono situazioni e concetti opposti: quando c’è l’uno non può esserci l’altro. Qual è l’atteggiamento più sano?

Quello dell’accogliere i paradossi e le contraddizioni. L’impatto delle nostre scelte non è sempre lineare e una scelta che oggi ci sembra corretta potrebbe rivelarsi sbagliata domani, come un fallimento oggi potrebbe essere alla base della nostra felicità di domani.Siccome noi non possiamo leggere il futuro, è sciocco giudicare tutte le nostre scelte come giuste o sbagliate in assoluto. Semplicemente, non possiamo saperlo! Per cui l’atteggiamento giusto è quello di essere aperti a ciò che ci accade e di fare le scelte che sono coerenti con i nostri valori e con ciò che sentiamo più coerente con la nostra persona.

Cosa significa per te rischiare?

Assumersi la responsabilità delle proprie azioni, indipendentemente dal risultato finale e accogliere la possibilità che gli eventi vadano in una direzione diversa da quella sperata. Accettare il risultato positivo significa accogliere anche quello negativo. E’ infatti una persona propensa al rischio sa abbracciare nella sua totalità ciò che gli accade.

L’anticonformismo a tutti i costi per sbagliare e imparare, ma il folle visionario è solo una piccola parte della popolazione mondiale, come si può essere meno folli ma nel contempo riuscire ad affrontare la vita con spirito?

Nel libro racconto la storia di Diogene di Sinope, un filosofo greco detto anche «il Socrate impazzito» che una volta uscì con una lanterna in pieno giorno e quando gli chiesero che cosa stesse facendo, lui rispose: «Cerco l’uomo». Con «uomo»
Diogene intendeva la persona in grado di essere se stessa, che accetta la propria natura non facendosi turbare dalle convenzioni, dalle regole e dai capricci della sorte. Colui che non cerca di uniformarsi agli altri perché non ha paura di sentirsi deriso. In genere sono proprio queste persone a essere considerate visionarie o folli. La maggior parte di noi invece tende a conformarsi agli altri, alle convenzioni sociali, perdendo parte della nostra unicità per paura di essere esclusi. Io credo che bisogna essere un po’ più “uomini”, nel senso di Diogene. E si diventa “uomini” assumendosi anche la responsabilità delle proprie scelte. Io non affermo che tutti gli errori vanno bene e che gli errori non devono essere puniti. Ci sono errori ed errori, e i buoni errori meritano di essere premiati.

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Come si arriva alla consapevolezza che l'errore è importante nella vita?

Accogliendo e analizzando gli errori. La scienza sostiene che, senza un approccio metodico, sapere che «sbagliando si impara» non ci è di molta utilità, per cui rifaremo gli stessi errori e continueremo a vivere le stesse frustranti situazioni. Chi ha fallito, quindi, non ha probabilità più alte di avere successo, a meno che non impari ad analizzare gli errori commessi e, dal precedente insuccesso, non tragga spunti utili per modificare il proprio modo di pensare, di agire e di fare business.

Parli nel libro di allenarsi al fallimento, cioè?

Per raggiungere la perfezione del gesto e della performance nell’ambito sportivo, della giocoleria, dell’arte, della musica ci si allena al fallimento, alla consapevolezza che ci vuole molto allenamento e, soprattutto all’inizio, tanta pazienza prima di raggiungere risultati brillanti. Nella vita di tutti giorni, quando ci buttiamo in un progetto o decidiamo di imparare qualcosa di inconsueto, ci troveremo ad affrontare la paura di non essere in grado di farcela, di perdere il controllo e di fallire.
Se però ci alleniamo alla frustrazione e manchiamo nelle piccole cose, non saremo così spaventati quando inciamperemo. Prendendo confidenza con il fallimento impariamo ad avere fiducia nelle nostre capacità. Bisogna avere fiducia nelle proprie risorse e nei propri sogni.

Quali sono i 5 consigli che ti senti di dare per affrontare al meglio l’errore, il fallimento?

  • Dobbiamo accettare l’errore ed essere tolleranti rispetto alle nostre cadute e agli insuccessi altrui, perché l’errore è insito nella natura umana. In famiglia, sul lavoro, a scuola, tra gli amici, diffondete una sana cultura del fallimento, fatevi promotori di questo viaggio e spiegate agli altri perché è importante accogliere gli errori e non viverli come stigma.
  • Dare e darsi una seconda possibilità. L’unico vero errore è quello da cui non avete appreso alcuna buona lezione. Date a voi stessi e agli altri la possibilità di migliorare.
  • Analizzare gli errori. Ogni qual volta individuate errori ricorrenti o vivete piccoli fallimenti, non nascondeteli. Fermatevi ad analizzarli e attivate meccanismi di correzione.
  • Sdrammatizzare gli errori. Private gli errori e i fallimenti del loro carattere drammatico e attenuatene la gravità premiandovi o premiando chi, accanto a voi, compie un buon errore.
  • Condividere gli errori. Chiedete a chi ha fallito come è riuscito a uscirne: raccontare agli altri errori e fallimenti, o sentir raccontare quelli altrui, è un esercizio utile. Questo ci aiuta infatti a smontare la credenza che la competenza sia sinonimo di perfezione, e quindi che se si è commesso un errore allora si è quasi certamente incompetenti. Chi sbaglia deve raccontare l’errore perché solo condividendo il racconto gli errori si trasformano in fonte di apprendimento comune e di progresso.

 

 

Chi è

Francesca Corrado

Foto @RobertoSalvatori
Live streaming @TitoloTV a cura di Francesco Donato Bianco

Foto della serata

Video integrale della serata

 

 

 

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Chi sono

Sono Dora Carapellese, mi occupo di comunicazione, gestisco i rapporti con i media, sono una giornalista e svolgo attività di formazione sui temi legati alla comunicazione.

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