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Tolktolk aperitivo. L'importanza di mangiare bene quando si lavora

Un panino davanti al PC, da mangiare in fretta mentre si lavora. Oppure un caffè al volo la mattina per partire. Situazioni comuni a molti di noi, che quando lavoriamo non diamo importanza a quello che si mangia, senza sapere che il nostro rendimento dipende molto dal nostro nutrimento. Serena Guidotti, Biologa Nutrizionista ci ha dato alcuni accorgimenti per un'alimentazione corretta anche quando si lavora.

Mangiamo spesso fuori in mense aziendali oppure in un ristorante veloce e prendiamo quello che capita o quello che ci piace di più. Ma siamo sicuri che mangiare 5 giorni su 5 un bel piatto di tortellini panna e speck o simili con un bicchiere di vino e delle patatine fritte, possa essere la soluzione migliore per il nostro corpo e mente? Oppure, c'è chi vuole stare attento e mangia un'insalatina leggera che lo accompagna fino a cena. Quale sarà la soluzione migliore?

C'è chi parla di una dieta in base alla tipologia di lavoro, oppure chi dice che sia meglio mangiare i carboidrati a pranzo piuttosto che a cena. Insomma, vi confesso che è un calderone troppo pieno di scuole di pensiero che mi confondono. Per questo ho voluto fortemente la dott.ssa Guidotti per avere dei consigli pratici su come assumere i cibi corretti che non mi facciano addormentare, che non mi appesantiscono e che fanno bene alle mie performance lavorative a anche al mio corpo. Ma soprattutto come fare tutto questo durante il giorno e quando lavoriamo.

Seguirà un'intervista scritta e il video della serata integrale.

INTERVISTA A SERENA GUIDOTTI

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Qual è la partenza per una buona alimentazione?

La partenza per una buona alimentazione è imparare cosa mettere nel piatto. Quindi, più banalmente, imparare a fare la spesa. Quando andiamo al supermercato facciamo spesso dei percorsi in modo automatico, quindi mettiamo nel carrello affettati e cibi “veloci”. Quello che dovremmo fare, invece, è imparare a fare la spesa in funzione di come dovrà essere strutturato il nostro piatto. Dobbiamo imparare ad acquistare più cibi freschi, meno cibi conservati, meno cibi confezionati ed elaborati industrialmente e semplificare la nostra alimentazione. Per esempio, anziché acquistare un pane in busta, ricco di conservanti, fermiamoci un attimo prima e acquistiamo un pane fresco e possibilmente di buona fattura, che può essere surgelato e conservato a lungo. Altro esempio eclatante è quello delle merendine: sulle confezioni leggiamo “senza olio di palma”, “senza zuccheri” e inevitabilmente il tutto “senza” attrae la signora che fa la spesa e che si sente quasi autorizzata al consumo di certi prodotti, che in realtà sono molto spesso pessimi dal punto di vista qualitativo e nutrizionale. Quindi per avere una buona alimentazione bisogna partire dalla base, ovvero imparare a scegliere gli alimenti e saper fare la spesa.

È vero che l’alimentazione di chi lavora dipende dal tipo di professione?

Assolutamente si! Un esempio banale: pensiamo all’alimentazione di un impiegato, che quindi trascorre gran parte della propria giornata seduto a una scrivania e quella che potrebbe seguire un idraulico, un fabbro, un muratore o un medico che sta in sala operatoria o fa i turni di notte! È ovvio che l’alimentazione non può essere uguale per tutti, perché l’impiegato avrà oggettivamente bisogno di meno energie rispetto ad una persona che svolge un lavoro corporale, che deve spostare dei pesi o smartellare. Un medico o un infermiere che devono lavorare su turni di notte molto spesso non potranno fare pasti ad orari canonici per cui dovranno rimodellare l’alimentazione in modo da essere più attivi durante la notte e meno durante il giorno.

Un pranzo ideale per un lavoratore quale potrebbe essere?

In linea di massima un soggetto che fa un lavoro d’ufficio e quindi ha una vita sedentaria, dovrà cercare di fare pasti completi, che evitino picchi glicemici. Un pasto completo ed equilibrato è costituito da una porzione di carboidrati complessi, che non vanno demonizzati perché sono utili al corretto funzionamento del nostro organismo e del nostro cervello, da una porzione piccola di proteine e di grassi, anche qui senza esagerare per evitare un rallentamento della digestione; e poi fondamentali le fibre delle verdure che crude contengono molte vitamine e minerali e soprattutto d’estate possono avere un’azione rivitalizzante. Sulla scelta dei grassi, meglio olio extravergine di oliva a crudo, evitando grassi saturi…pensiamo se dovessimo rimetterci davanti a un computer dopo aver mangiato un panino con la porchetta! Molto probabilmente ci verrà sonno e ci sentiremo stanchi perché la digestione risulterà faticosa! Ottima la scelta del piatto unico!

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Abbiamo il pranzo che ci fa stare bene, come e in quale contesto mangiarlo? Davanti al PC?

Il pranzo davanti al computer non si fa! Mangiare è un momento in cui si stacca e ci si rilassa, ovvio che non può essere sempre così, penso ad alcuni lavori a contatto con il pubblico in cui non ci si può assentare per lunghi periodi, ma in linea di massima il pranzo dovrebbe essere un momento di serenità. Per mangiare un piatto completo non servono ore, ma bastano 15-20 minuti. La cosa fondamentale è masticare per bene e a lungo perché un errore molto comune che viene fatto è ingurgitare cibo di fretta, quindi cosa succede? La digestione di un pasto masticato male è molto più lenta rispetto alla digestione di un pasto ben masticato, il bolo sarà molto più grande, avremo deglutito anche aria ed è probabile che anche lo stomaco e la pancia si gonfieranno proprio a causa del rallentamento della digestione. Altro errore molto comune è quello che io definisco il “mezzo litro dell’impiegato”: l’impiegato medio non beve molta acqua durante la giornata, ma concentra il consumo di acqua totalmente durante il pranzo buttando giù il classico mezzo litro di acqua. Cosa succede? Tutta l’acqua, assieme a tutto il pranzo, crea un bolo enorme che rallenta ulteriormente la digestione. 

Ci sono volte che per evitare di mangiare schifezze sostituisco il pasto con della frutta, va bene?

È un errore molto comune, che purtroppo molti fanno! La frutta che è ricca di zuccheri, se mangiata in quantità può provocare l’innalzamento rapido della glicemia, il che non è mai una buona cosa perché comporta l’intervento dell’insulina e l’attivazione di processi anabolici che a lungo andare potrebbero comportare un aumento di peso. Meglio associare la frutta fresca a della frutta secca, fonte di grassi e proteine, proprio per evitare un innalzamento rapido della glicemia. E se la frutta è biologica possiamo mangiarla con tutta la buccia, che fornisce fibre e nutrienti.

5 Sane abitudini per alimentarsi bene

  • Strutturare il piatto in maniera equilibrata: quando possibile nel piatto dovranno esserci carboidrati complessi (evitare o ridurre gli zuccheri semplici), proteine, fibre e grassi buoni
  • Non dimenticarsi di mangiare almeno 2 porzioni di frutta e 2 porzioni di verdure al giorno 
  • Imparare a consumare i grassi buoni, mono e polinsaturi: olio extravergine di oliva, avocado, frutta secca oleosa, ed evitare grassi saturi
  • Consumare cibi freschi e di stagione
  • Coltivare anche l’aspetto conviviale della tavola: parlare a tavola, condividere, spegnere la televisione mentre si mangia o rilassarsi davanti a un buon piatto anche se siamo da soli. Mangiare davanti alla televisione ci distrae dall’atto del mangiare quindi mastichiamo peggio, mangiamo di più e inconsapevolmente, deglutiamo più aria. 

 

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Video integrale della serata

 

 

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Sono Dora Carapellese, mi occupo di comunicazione, gestisco i rapporti con i media, sono una giornalista e svolgo attività di formazione sui temi legati alla comunicazione.

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